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Vivere onestamente, difendere sempre la verità.

Dal De officiis di Cicerone ovvero lettera al figlio sull'onestà: Eccoti, o Marco, figliuol mio, la forma ideale e, direi quasi, la sembianza pura dell'onesto, « quella che, se la si scorgesse coi nostri occhi, accenderebbe in noi», come dice Pla


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Data di pubblicazione

23 aprile 2012

notizia

  Dal De officiis di Cicerone ovvero lettera al figlio sull'onestà:
Eccoti, o Marco, figliuol mio, la forma ideale e, direi quasi, la sembianza pura dell'onesto, « quella che, se la si scorgesse coi nostri occhi, accenderebbe in noi», come dice Platone, « un meraviglioso amore per la sapienza».  Ma ogni atto onesto scaturisce da una di queste quattro fonti: o consiste nell'accurata e attenta indagine del vero; o nella conservazione della società umana, dando a ciascuno il suo e rispettando lealmente i patti; o nella grandezza e saldezza d'uno spirito sublime e invitto; o, infine, nell'ordine e nella misura di tutti i nostri atti e di tutti i nostri detti; e in ciò consiste appunto la moderazione e la temperanza.  E benché queste quattro virtù siano  in stretta connessione tra loro, tuttavia da ciascuna di esse nasce un particolare tipo di dovere, come, per esempio, quella virtù che ho distinta per prima e in cui poniamo la sapienza e la saggezza, la quale comporta, come suo proprio e speciale compito, la ricerca e la scoperta della verità.

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